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Descrizione

  • : Gioventù Italiana Bari
  • : Informazione non conforme, attività, iniziative e comunicati del movimento.
  • Contatti

Contatti

 

Gioventù Italiana Bari si trova in via Piccinni 133, nella Federazione Provinciale de "La Destra".
Per maggiori informazioni potete contattare:


Daniele Milella
(Responsabile Organizzazione G.I. Italia del Sud): 
Gualtiero Lugli
(Vice Segretario Nazionale Rivoltà Studentesca,
Responsabile Propaganda G.I. Sud )

24 febbraio 2010 3 24 /02 /febbraio /2010 14:41
“Questa Italia non ci piace e forse neppure ci appartiene, ma è pur sempre la nostra madre e la dobbiamo amare comunque, anche se è diventata una prostituta”.



Se si legge questa frase del grande Niccolai dopo aver guardato la tv che è lo specchio più limpido di vizi e virtù della nostra società, non si può non concordare con quanto scaturito da una intelligenza così raffinata. C’è una combriccola di allegri vecchietti, che si corteggiano rispolverando le ormai dimenticate regole della seduzione; per carità l’amore non ha età, ma è anche vero che l’amore quando è sincero, non può prescindere dalla pratica della dignità. Una banda di scalmanati semi nudi e intrappolati in una casa, vive il sogno della popolarità consumando il proprio incubo, tra un flirt ed una lite. E più in là sul canale affianco, ci si ritrova un gruppo di “ più o meno famosi” che vivono su un isola o in una fattoria; e dimentichi delle conquiste dell’umanità, mostrano al resto del mondo civile, le degradazioni della “vita da selvaggi”. E poi tanti giovani talenti, che affinano le tecniche della loro arte nelle nuove “Accademie”; e non ci sono i banchi ma le telecamere, e non hanno Rettori austeri, ma la Ventura e la De Filippi. E intanto c’è un Principe che balla; e non lo fa in un salone a specchi ma in uno studio televisivo, e non stringe a se una dama di buona famiglia, queste sono suggestioni desuete da Gattopardo, ma una ballerina quasi vestita o quasi spogliata; e dopo si sposta in un teatro e si mette a cantare … Chissà se fosse stato Re, forse avrebbe sistemato la corte a Cinecittà, e i teatri di posa al Quirinale … E cosa importa se sei bravo, tanto in Italia decide tutto il tele – voto. Ci si vorrebbe consolare con la satira che come al solito prende in giro la politica, ma poi sorge il dubbio: è la satira che esaspera i toni della politica, o piuttosto è la politica ad esasperare i toni della satira? Per fortuna c’è ancora il tele giornale, per fortuna i tele giornali sono tanti, perché bisogna seguirli tutti per capire una notizia senza farsi condizionare dalla faziosità, chiedo scusa, dalle interpretazioni di certi giornalisti. Ma se si riesce a seguire bene la cronaca, si scopre: che i militari non riescono neanche più a fare i colpi di stato, che in Italia si muore per strada nell’indifferenza dei passanti, che migliaia di operai rischiano di essere licenziati, che nelle scuole si studierà meno Storia e meno Italiano, che giovane laureato è sinonimo di giovane disoccupato, che oggi persino l’amore ha scelto l’aggressività e se voglio una ragazza, invece di sedurla posso violentarla. Per riassumere: l’ Italia va a “puttane”. Ma non c’è nulla di male, tanto ci vanno anche molti potenti, tanto meglio se le “puttane” sono trans. Ci si chiede allora dove corra questo mondo, se davvero ci si deve arrendere al catechismo di questa insana dottrina delle nullità; ci muoviamo in un mondo fatto di luci artificiali, respiriamo un aria rarefatta che non riempie i polmoni ma soffoca le menti. La comunicazione sta uccidendo la fantasia, il costume ha rinchiuso i cervelli nel congelatore. In molti si adattano e si riparano sotto le larghe braccia del potere, tanti altri si arrendono. Ma ci sarà qualcuno, che non voglia accettare di vivere in una società che non gli piace. Non possiamo nascondere tutti la testa sotto la sabbia. Deve rialzarsi questa Italia e deve farlo partendo dai giovani, da chi crede veramente che provando e riprovando si possa costruire qualcosa di migliore, da chi non è più disposto a subire la moda ma vuole determinarla, da chi è convinto che ci sia qualcosa di più rispetto al fascino di una bandiera, e che quel qualcosa si chiami appartenenza alla propria comunità. La rivoluzione oggi non si fa con le armi, ma creando una serie di sentimenti che trovino delle gambe su cui camminare e dei cuori da fare pulsare. Non facciamoci incantare da chi vuole far politica declamando poesie, la poesia è una declinazione dei sentimenti, la politica invece deve essere il mezzo per appagare i bisogni della gente. Combattiamo contro questo sistema che oggi serve solo ad ingrassare certi politici, e gli accoliti dei poteri forti.
Noi dobbiamo crederci. Perché la nostra fede se pura, riuscirà a smuovere anche le montagne.


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